martedì 16 gennaio 2018

LE TECNOLOGIE DELLA PIETRA ARTIFICIALE

La pietra artificiale o ricostruita viene realizzata in seguito ad un'attenta analisi della composizione del materiale originale, al fine di raggiungere una somiglianza pressoché perfetta.La pietra ricostruita vuole innanzitutto riprodurre gli spaccati di pietra naturale per cui, lo studio principale effettuato dalla aziende produttrici riguarda proprio l'analisi della composizione e delle colorazioni che presentano le pietre naturali. Una volta individuata la tipologia di pietra da imitare, se ne preleva un campione, in modo tale da poter lavorare l'impasto artificiale e, per mezzo di colorazioni e sfumature, raggiungere la perfetta similarità, con un effetto al 100% realistico. Prima di giungere al prodotto finito, gli elementi composti artificialmente subiscono ulteriori trattamenti, ovvero la cottura ad altissime temperature e l'essiccazione.In passato, le pietre artificiali erano realizzati mediante l'impiego di calce aerea, successivamente si iniziò ad impiegare una miscela di cemento e malta. Poiché era pressoché impossibile ricreare i blocchi di pietra mastodontici, resistenti e auto reggenti, in passato si ricorreva ad un supporto sul quale ancorare gli aggetti di pietra ricostruita.Oggigiorno, la malta riesce a garantire l'aderenza alla superficie e, mediante scalpelli e attrezzi vari, è possibile donare alla pietra ricostruita le sembianze di quella naturale, realizzando decori e intarsi.

L'impasto, composto da cemento, argilla, sabbia, pigmenti (o polvere di pietra, la quale conferiscc alla pietra artificiale quella particolare colorazione e venatura) e acqua, viene colato all'interno di stampi ricavati dai formati delle pietre naturali, al fine di rendere più veritiero l'aspetto, sia alla vista, sia al tatto.
I rivestimenti in pietra artificiale, chiaramente, non avranno le dimensioni dei blocchi di pietra naturale, ovvero quelli impiegati per la costruzione di interi edifici; proprio grazie al loro piccolo spessore e al peso ridotto, esse, infatti, possono essere facilmente posate e consentono di rivestire qualsiasi tipologia di superficie.
Giunti all'essiccazione completa, gli esemplari di pietra ricostruita vengono impacchettati in comode e pratiche confezioni cartonate o plastificate, classificati in base al formato e al colorito, pronte all'uso e facili da posare.

LE INDUSTRIE DELLA PIETRA ARTIFICIALE 

Allego alcune delle case produttrici di pietre artificiali:




PIETRE NELLE LETTERATURA NARRATIVA 

Ecco alcuni brani, tratti da testi d’importanti Autori classici, Manualisti ottocenteschi e di Trattatisti moderni, per quanto attiene l’impiego delle rocce come materiali da costruzione e come materiali ornamentali.
M. Vitruvio, I dieci libri dell’architettura, tradutti et commentati da Mons. Daniele Barbaro, 1567 (libro II, capo VII). “Il pietrame che serve per la muratura può essere di due specie: l’una si usa per la preparazione delle malte l’altra per costituire la struttura dell’edificio”.
Plinio, Storia naturale, I sec. A.D., (libro XXXVI, capo I). “[...] seguita che si dica per ordine delle petraie, delle quali gran copia di quadrati sassi, e di cementi si cavano per gli edificij. Queste si trovano di varie, e molto dissimiglianti maniere, perché alcune sono molli, come d’intorno a Roma, le Rosse, le Paliane, le Fidenate, le Albane; alcune temperate come le Tevertine, le Amiternine, le Sorattine, e altre di questa maniera. Alcune poi sono dure, come sono le selici”.
Leon Battista Alberti, Dell’architettura, 1485 (libro II, capo VIII). “Non è fuor di luogo aver un’idea di quanto varie e sorprendenti siano le qualità delle pietre, in modo da potersene servire ai diversi fini cha a ciascuna competono nella maniera più appropriata”.
Leon Battista Alberti, Dell’architettura, 1485 (libro II, capo IX). “Avendo noi ragionato così in genere di tutte le pietre, che o per ornamenti o per iscolture servono agli artefici ne’ loro bisogni, diciamo ora che quando elle si lavorano per la fabrica, tutto quello dove si adopera la squadra e le seste e che ha cantoni, sia chiama lavoro di quadro. E questo cognome deriva dalle facce e dagli spigoli che son quadri [...]. Ma se l’opra non resta così pulita, ma si intagli in tai cornici, fregi, fogliami, uovoli, fusaruoli, dentelli, guscie, et altre sorti d’intagli [...] ella si chiama opra di quadro intagliata o vero lavoro d’intaglio”.

PIETRE ARTIFICIALI NELLA MUSICA 

L’artista cagliaritano Pinuccio Sciola ha deciso di dedicare la sua vita alle pietre. Nella sua visione, la pietra rappresenta uno degli archetipi di questo mondo, un elemento in costante rapporto con il fuoco, l’aria, la terra e l’acqua La sua arte ci ricorda che la musica è vera e propria alchimia: può trattarsi di attorcigliare un budello animale per ricavarne una corda, o soffiare dentro al legno intarsiato, o addirittura, nel suo caso, incidere delle rocce. In ogni caso, fare musica significa piegare gli elementi per generare un suono (onde fisiche che si espandono attraverso l’aria) che prima non esisteva, e che attraverso gli strumenti ricavati dal mondo eleva la nostra piccola esistenza a nuovi livelli di coscienzaCosì questo particolare artista sardo ha creato degli imponenti organi e “arpe” di pietra, e diversi strumenti fatti di roccia. 


LE FORME SOSTITUTIVE DELLA PIETRA ARTIFICIALE 

La pietra artificiale venne impiegata in sostituzione a quella naturale, non tanto per la costruzione di edifici, quanto per il rivestimento di facciate esterne e di pareti interne.
In realtà, l'impiego di pietra ricostruita può essere talmente vario da abbracciare differenti ambiti, tra i quali i seguenti:
  • per le pavimentazioni di interni e di esterni;
  • per i rivestimenti di pareti interne e facciate esterne;
  • per le finiture degli ambienti interni di un'abitazione, come i caminetti e i porticati;
  • per restaurare un edificio;
  • per creare effetti scenografici.
Ricorrere alle pietre artificiali per la finitura di ambienti interni ed esterni consente di risparmiare parecchio sul piano economico, oltre a garantire, comunque, una resa estetica pari a quella ottenuta per mezzo delle pietre naturali, inoltre, la leggerezza e la praticità delle pietre artificiali consente di rendere molto più semplice la posa dei singoli elementi.

LE STATISTICHE DELLE PIETRE ARTIFICIALI

L’export del settore lapideo italiano (marmi, graniti, travertini e altre pietre) ha mantenuto, anche nel 2014, un trend positivo che lo colloca fra i comparti industriali più interessanti grazie anche al valore aggiunto dei prodotti lavorati partendo soprattutto dai materiali locali che rappresentano la caratteristica dei singoli distretti. L’Ufficio Studi di Internazionale Marmi e Macchine Carrara ha raccolto e elaborato le statistiche relative all’export di marmi lavorati delle singole aree per confrontare le performances e comprendere come i distretti locali hanno reagito alla crisi e con quali strumenti affrontano i mercati internazionali.

Nel 2014 il settore lapideo italiano ha esportato 1,6 milioni di tonnellate di lavorati in pietra naturale per un valore complessivo di 1,5 miliardi di euro con un calo delle quantità del -3% rispetto al 2013 ma con un +0,5% di aumento nei valori.Si conferma come primo distretto per valore dell’export di lavorati il comprensorio lapideo apuo-versiliese (comprende le province di Massa Carrara, Lucca, Spezia) che nel 2014 ha inviato all’estero lavorati per un valore di 481 milioni di euro, con una crescita di +0,9% rispetto al 2013. Il distretto veneto (province di Verona, Padova, Vicenza) si colloca in seconda posizione con 475,4 milioni e una crescita rispetto all’anno precedente del +0,7%.


GLOSSARIO TRILINGUE DELLE PIETRE ARTIFICIALI